È tipico di ogni studente: cercare la giusta concentrazione per mantenere la testa china sui libri in qualsiasi cosa. Anche nella musica.
Può sembrare una follia, come può una canzone aiutarti a studiare? Non ti viene voglia di chiudere libro e appunti e metterti a cantare a squarciagola, magari ballando e saltando per la stanza come una vera rock-star? Eppure, questo non succede. Anzi. È probabile che ti focalizzi di più su ciò che stai facendo. O forse no?
La scienza che cosa dice in merito?
C’è da notare che, in questo caso, le reazioni e i dati sono piuttosto discordanti. Alcune ricerche hanno dimostrato che ascoltare musica per studiare migliori l’attenzione e la memoria, nonché la capacità di effettuare calcoli. Altri studi ritengono, invece, sia una distrazione e porti alla continua ed estenuante procrastinazione.
Quindi qual è la risposta giusta?
Prima di storcere il naso e nascondere il tuo lettore mp3 in un cassetto, lontano dalla tentazione, proviamo ad approfondire punto per punto gli esperimenti settoriali; potresti scoprire cose interessanti!
Musica Per Studiare: Perché Non Va Bene
In particolare in questo periodo di esami, che tu stia attraversando il primo grande ostacolo della vita come la Maturità o che stia cercando di sopravvivere alla sessione estiva universitaria, la maggior parte delle ore della tua giornata le stai trascorrendo immerso tra le pagine di un libro o a confrontare appunti e ricerche.
In momenti come questi, il silenzio può divenire troppo angosciante e senti la necessità di un qualcosa che non ti faccia sentire… solo. Ecco perché di solito ti piace avere della musica di sottofondo mentre studi. Perché ti fa compagnia, perché ti rilassa. Perché ti dà pace.
Alcune volte, però, questa risulta essere soltanto una scusa per focalizzare l’attenzione sulle note che viaggiano melodiche al tuo cervello, piuttosto che sullo svolgimento della Guerra dei Cent’anni o sulle imprese di Garibaldi per l’unificazione dell’Italia.
La risposta al dubbio che ti attanaglia prova a dartela il settore Medicina dell’Università di Standford che ha utilizzato le immagini del cervello di persone mentre ascoltavano brevi brani di un compositore del diciottesimo secolo.
La squadra di ricerca è riuscita a dimostrare che la musica influisce sulle aree del cervello coinvolte nell’attenzione, nella progettazione e nella memoria in uno studio pubblicato il 2 agosto 2014 su Neuron.
Attraverso una risonanza magnetica, i ricercatori hanno catturato scorci del cervello in azione durante una determinata attività. L’obiettivo dello studio è stato quello di esaminare come l’organo in questione reagisce attraverso gli eventi.
Ma come si è svolto l’esperimento?
Gli scienziati hanno cercato di imitare il momento quotidiano dell’ascolto della musica mentre i partecipanti allo studio erano immersi all’interno del macchinario diagnostico. Sono stati esaminati dieci uomini e otto donne a cui sono stati forniti un paio di cuffie riduttori del rumore e istruzioni dettagliate su come ascoltare passivamente la musica.
Si è notato che l’attività maggiore dell’organo più importante del corpo si è verificata nel momento in cui è stata inserita una breve pausa di silenzio tra le canzoni.
La conclusione è stata che i cambiamenti dinamici osservati nelle scansioni conclusive delle risonanze riflettono l’evoluzione delle risposte del cervello in base alle diverse fasi di una sinfonia musicale: canzone-pausa-canzone.
Secondo i ricercatori, i risultati che sono stati in grado di ottenere arricchiscono le informazioni già conosciute in precedenti studi basati sull’esperienza musicale i quali hanno dimostrato che ogni persona è attivamente impegnata, almeno inconsciamente, nel porre l’attenzione sull’andamento di un brano musicale.
In definitiva lo studio dimostra che ascoltare canzoni mentre si svolge un’attività che necessità di una particolare attenzione è piuttosto deleterio, perché si tende a focalizzarsi sulla musica piuttosto che su quello che si sta facendo.
Se ti ritrovi, quindi, in prossimità di un esame importante o se stai facendo i compiti, il consiglio è appunto quello di evitare a tutti i costi il lettore mp3 o l’iPod e di rivolgere l’intera concentrazione sullo studio.
Porterai così a terminare il tuo obiettivo in tempi brevi e, anche se questo ti piace poco, potrai poi dedicarti ai tuoi svaghi preferiti.
Studiare a Ritmo di Musica: Perché Va Bene
Passiamo ora all’altro lato della medaglia, quello che probabilmente ti ispira di più. Quello che dice che sì, la musica per studiare va bene.
Sì, ma perché?
Questo diario scientifico incentrato genericamente sul lavoro e sulle sue sfaccettature indica, nel suo terzo volume, la correlazione tra l’iPod e la concentrazione.
Lo studio ha testato l’effetto della musica sull’attenzione mentre si svolgevano importanti compiti. Il risultato è stato abbastanza intrigante: gli studenti che sono stati messi alla prova con la musica hanno ottenuto un punteggio inferiore rispetto a chi non l’ha ascoltata, ma c’è un ma.
I ricercatori hanno anche notato parecchia variazione nei punti assegnati. Questo significa che l’effetto della musica può variare molto da persona a persona, tutto dipende dall’abitudine e sulla tua capacità di focalizzarti sull’obiettivo in quel determinato momento.
Inoltre, bisogna anche notare che queste ricerche sono stata effettuate con la musica cantata e non con quella strumentale. Uno studio condotto dall’Università di Dayton e pubblicato il 14 giugno 2014 ha realizzato che i migliori risultati agli esami di linguistica sono stati ottenuti da studenti che hanno studiato con Mozart in sottofondo.
Conclusione: Meglio Con la Musica o Senza?
Si può notare che i risultati non sono lineari e variano a seconda delle caratteristiche della persona.
È possibile, però, osservare che ascoltare musica strumentale favorisca l’incremento delle prestazioni nello studio. Questo perché non vi è alcuna voce che possa distrarti da ciò che stai facendo, ma funge da dolce sottofondo.
Quindi qual è la risposta definitiva? Che cosa dice la scienza riguardo alla musica per studiare?
Purtroppo devo dirti che dipende. In generale, sembra che il cantato sia fonte di distrazione, mentre lo strumentale può effettivamente aiutare il tuo rendimento.
Il consiglio? Puoi provare Spotify, applicazione gratuita per smartphone (con versione a pagamento),che contiene numerose collezioni musicali da personalizzare a tuo piacimento. Le canzoni sono suddivise in categorie, una di queste è stata pensata e creata appositamente per i momenti di studio.
Compromesso accettabile, non credi?