I tempi cambiano. Può sembrare una frase fatta, un insieme di parole messe assieme pronte per essere tirate fuori nei momenti in cui non si sa più come rispondere durante una conversazione impegnativa. Eppure è la sacrosanta verità: i tempi cambiano. E anche noi.
Lo puoi notare da te. Quante volte ti sei seduto sul divano e, mentre guardi un servizio al telegiornale, la mente ti riporta alla tua fanciullezza? E quante volte ti scappa la fatidica frase: “ai miei tempi non era così?” È un classico, vero? Pronunci quelle parole così tanto spesso che non ti viene neppure da pensare al suo significato profondo.
Perché sì, quando dici ad alta volte quella frase, dentro di te si muove qualcosa. Un qualcosa che ti fa ricordare come sei cresciuto e le cose che hai imparato nei modi più semplici o più complicati.
Ricordi come hai imparato a cambiare le ruote della tua auto osservando tuo padre mentre lavorava sulla sua. Ricordi le sue parole, il suo farti vedere ogni singolo strumento e indicarti come funziona. Ricordi, grazie alla nonna, che il sale va messo nell’acqua mentre bolle e non dopo aver scolato la pasta. Ricordi che le macchie di frutta vanno via a 30 gradi e le parole di mamma che ti dicono che no, un frullato al cioccolato non ha lo stesso valore proteico di quello di verdura e che il cibo non va sprecato.
I tempi cambiano. Già.
Oggi, invece, non siamo più in grado di imparare. O, per lo meglio, non nel modo giusto.
Se ti sembra una castroneria di quelle allucinanti, prova a fermarti un attimo e riflettere. Prenditi qualche minuto del tuo prezioso tempo e pensa. Ripercorri nella testa il tuo passato fino ad arrivare al tuo presente. E capirai come i tempi sono cambiati. In alcune cose anche in peggio.
Ti faccio un esempio: la tecnologia.
È diventata una parte fondamentale nella nostra vita. L’avvento di internet è stato un enorme passo in avanti in fatto di tecnologia e non solo. Non si passa più il tempo a sfogliare pagine e pagine di libri in biblioteca, ma basta una semplice ricerca sul web per conoscere e sapere.
Ed è questo il male assoluto.
Sì, puoi anche pensare di aver risparmiato tempo, ma quanto sei sicuro che quelle informazioni che hai letto su una pagina web siano attendibili e corrispondenti al vero? Ora con internet sappiamo tutto di tutto, o meglio così vogliamo credere. Leggiamo un approfondimento, un articolo, una ricerca e pensiamo di essere diventati dei veri e propri esperti. Ci sentiamo persino al di sopra di chi una certa materia l’ha studiata per anni all’Università.
Non stiamo esagerando un po’? Scendiamo dal piedistallo e torniamo con i piedi per terra!
Non lo dico per saccenza, ma è la scienza che si arroga il suo sacrosanto diritto di saperne più di me, di te e di moltissimi altri. Perché gli scienziati, i ricercatori, gli studiosi, hanno tutti una sana esperienza di studi, di esperimenti e di momenti vissuti alle spalle che né tu né io possiamo affermare di avere. E i nostri discorsi, il nostro voler gridare a tutto il mondo di avere un’infinita conoscenza non fa altro che farci sprofondare in un oceano di errori, di sbagli e di grandissime cavolate, passami il termine.
Sentirsi Esperti: la Scienza ti Dice di Volare Basso, Se Non Vuoi Prendere una Brutta Facciata
È proprio l’intera comunità scientifica che cerca di farci capire che è meglio lasciare a ognuno il suo mestiere. E lo fa nella maniera che gli è più congeniale: una nuova ricerca pubblicata proprio in questo anno corrente sulla rivista Psychological Science.
Ma che cosa dice questo importante e particolare studio? Lo vediamo subito.
Come possiamo riscontrare all’interno della nostra quotidianità, sempre più persone credono di avere il dono della sapienza illimitata e sono capaci di dirti che sanno tutto su un determinato argomento. La ricerca che sto andando a proporti afferma, invece, che sentirsi esperti porta a sostenere fatti totalmente inventati.
L’esperimento è stato condotto in un determinato modo. Un campione di circa un centinaio di persone è stato convocato per partecipare a un test di cultura generale a tema finanziario. L’argomento, decisamente tosto, è conosciuto in ogni sua forma solo da chi è nel settore da molti anni e ha accumulato esperienze e conoscenze nel suo ambito.
All’interno del quiz fornito sono stati mostrati anche un elenco di termini finanziari per la maggior parte corrispondenti al vero. La maggior parte, infatti. Alcune parole sono state inventate di sana pianta dai ricercatori. Bello scherzo, vero? Ora passiamo alla parte divertente la quale è stata il fulcro centrale di questa straordinaria ricerca.
I tre termini falsati erano: scorte di pre-rate, deduzione a tasso fisso e credito annualizzato.
Le persone che pensavano di essere esperte in materia finanziaria hanno avuto una maggiore probabilità di rivendicare la loro perfetta conoscenza di tutti e tre i termini. Sì, quelli totalmente inventati di sana pianta e, quindi, falsi.
La stessa cosa è stata possibile affermarla anche in altri ambiti come la Biologia, la Letteratura, la Filosofia e la Geografia. E persino dopo che le persone sono state avvertite della falsità di quei determinati termini, queste sono state ancora convinte di avere ragione e sopravvalutavano le proprie conoscenze.
Altri esempi?
Sempre in questo esperimento i famosi “esperti” in Biologia hanno affermato di sapere che cosa fossero le meta-tossine e cosa significa la parola bio-sessuale, nonostante queste fossero state inventate per il fine della ricerca stessa.
Ma come è possibile? Come una persona può decidere di punto in bianco di essere esperta in cose che non sa, rischiando di suscitare ilarità e derisione da chi, invece, certe cose le sa con assoluta certezza? Perché c’è così tanta propensione nel voler incappare in certi imbarazzi?
L’autore dello studio Star Atir, reale esperto in Scienze della Psicologia che lavora presso la Cornell University, afferma che la conoscenza può davvero essere una cosa pericolosa. E lo dice facendo presente che il compito, apparentemente semplice di giudicare la nostra conoscenza personale non può essere così semplice, soprattutto per chi crede di avere un livello relativamente alto di conoscenza.
E tu cosa ne pensi?